lunedì 18 marzo 2013





Karl Marx





La critica dell'economia borghese e la problematica dell'alienazione.

Per quanto riguarda l'economia borghese Marx applica gli schemi utilizzati in campo politico nei “Manoscritti economico-filosofici”:
Ritenendola espressione teorica della società capitalistica 
Accusandola di fornire un'
immagine mistificata del mondo borghese
: è convinto infatti  che “eternizzi” il capitalismo, anziché analizzarlo come tappa dell'evoluzione storica dell'uomo; considerandolo così il modo naturale di fare economia, valorizzando esclusivamente la proprietà privata.  

L'alienazione da Hegel a Marx a Feuerbach
ALIENAZIONE- rendere alieno- estraneo

Il significato di "alienazione" che dà Karl Marx è certamente uno dei più rilevanti. È convinto che il processo alienante avvenga nel campo del lavoro, e precisamente nelle industrie. Nell'800, quando i proletari erano costretti a turni massacranti nelle fabbriche, durante i quali ripetevano sempre gli stessi movimenti - visto che il loro lavoro non dava spazio alla creatività e al cambiamento -, si allontanavano dal proprio "io"; secondo Marx, gli operai perdevano il contatto con la realtà, divenendo un tutt'uno con la macchina che avevano di fronte, proprio a causa della ripetitività delle azion.

lunedì 10 dicembre 2012

                                DIO E' MORTO



Per Friedrich Wilhelm Nietsche (1844-1900), Dio è sostanzialmente:
-il simbolo di ogni prospettiva oltremondana
-la personificazione di tutte le credenze metafisiche e religiose elaborate dall' uomo nel corso dei millenni con lo scopo di dare un "senso" alla vita.
Di fronte ad una realtà che risulta disarmonica , contraddittoria, crudele e non provvidenziale, gli uomini per poter sopravvivere hanno dovuto convincere se stessi che il mondo è qualcosa di logico, di benefico e di provvidenziale; "la vita deve ispirare fiducia".
Secondo il filosofo tedesco, le religioni sono decorazioni della realtà e bugi di sopravvivenza, l' uomo deve essere per natura un mentitore al fine di sopportare la durezza dell' esistenza.
Dio è la più antica delle bugie vitali "la nostra più lunga menzogna".
In "la gaia scienza" Nietzsche drammatizza il messaggio della morte di Dio con il racconto dell' "uomo folle"


F. Nietzsche, La gaia scienza, aforisma 125

125. L’uomo folle. – Avete sentito di quel folle uomo che accese una lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente: “Cerco Dio! Cerco Dio!”. E poiché proprio là si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò grandi risa. “È forse perduto?” disse uno. “Si è perduto come un bambino?” fece un altro. “0ppure sta ben nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? È emigrato?” – gridavano e ridevano in una gran confusione. Il folle uomo balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: “Dove se n’è andato Dio? – gridò – ve lo voglio dire! Siamo stati noi ad ucciderlo: voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini! Ma come abbiamo fatto questo? Come potemmo vuotare il mare bevendolo fino all’ultima goccia? Chi ci dètte la spugna per strusciar via l’intero orizzonte? Che mai facemmo, a sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov’è che si muove ora? Dov’è che ci moviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all’indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non si è fatto piú freddo? Non seguita a venire notte, sempre piú notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo dunque nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dèi si decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di piú sacro e di piú possente il mondo possedeva fino ad oggi, si è dissanguato sotto i nostri coltelli; chi detergerà da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo noi lavarci? Quali riti espiatòri, quali giochi sacri dovremo noi inventare? Non è troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione? Non dobbiamo noi stessi diventare dèi, per apparire almeno degni di essa? Non ci fu mai un’azione piú grande: tutti coloro che verranno dopo di noi apparterranno, in virtú di questa azione, ad una storia piú alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi!”. A questo punto il folle uomo tacque, e rivolse di nuovo lo sguardo sui suoi ascoltatori: anch’essi tacevano e lo guardavano stupiti. Finalmente gettò a terra la sua lanterna che andò in frantumi e si spense. “Vengo troppo presto – proseguí – non è ancora il mio tempo. Questo enorme avvenimento è ancora per strada e sta facendo il suo cammino: non è ancora arrivato fino alle orecchie degli uomini. Fulmine e tuono vogliono tempo, il lume delle costellazioni vuole tempo, le azioni vogliono tempo, anche dopo essere state compiute, perché siano vedute e ascoltate. Quest’azione è ancora sempre piú lontana da loro delle piú lontane costellazioni: eppure son loro che l’hanno compiuta!”. Si racconta ancora che l’uomo folle abbia fatto irruzione, quello stesso giorno, in diverse chiese e quivi abbia intonato il suo Requiem aeternam Deo. Cacciatone fuori e interrogato, si dice che si fosse limitato a rispondere invariabilmente in questo modo: “Che altro sono ancora queste chiese, se non le fosse e i sepolcri di Dio?”.

Elementi di comprensione:
il concetto della “Morte di Dio”  non significa che che gli uomini non credono più in Dio e
non ha un neppure unicamente un significato ontologico-metafisico o teologico. Anzi
Nietzsche parte dalla constatazione che ormai gli uomini non credono più in Dio.
Esso è piuttosto una constatazione intorno alla crisi mortale che investe l’occidente.

La morte di Dio significa in altre parole la morte di quel fondamento attorno al quale la società occidentale ha costruito i suoi "sistemi di significato".
"Dio è morto, Dio resta morto"  afferma Nietzsche e se Dio muore, se il fondamento
rivela il suo nulla  allora non c’è più né un alto né un basso, né un giusto né un
ingiusto, né un bene né un male; il mondo in definitiva diventa privo di scopo e di
valore , nulla appare più necessario e tutto si colloca nello stesso orizzonte di
significato.